Stories - 9wines 2024-11-21T10:10:29+01:00 Zend_Feed_Writer https://www.9wines.it/ 9wines italia@9wines.com https://www.9wines.it/ <![CDATA[Sette modi per stappare una bottiglia di vino senza cavatappi]]> 2023-10-11T00:00:00+02:00 2023-10-11T00:00:00+02:00 https://www.9wines.it/info/stories/sette-modi-per-stappare-una-bottiglia-di-vino-senza-cavatappi 9wines italia@9wines.com https://www.9wines.it/ Anche nelle case più organizzate può capitare che manchi il cavatappi I tuoi ospiti sono arrivati, l'atmosfera si sta scaldando ed è il momento perfetto per servire ai tuoi amici il vino che avevi scelto per cominciare... ma il cavatappi si è volatilizzato e non si trova da nessuna parte. Cerchi in ogni cassetto, con crescente imbarazzo, ma purtroppo il cavatappi è proprio sparito! Ecco cosa consigliano i nostri redattori: innanzitutto, mantieni la calma, quindi prova uno dei seguenti trucchi, testati personalmente da 9wines che, oltre a raggiungere lo scopo principale (cioè di aprire la bottiglia di vino!), saranno anche un divertente diversivo che di sicuro divertirà i tuoi ospiti! Ecco in breve quali sono i 7 metodi: Con una chiave Con dei chiodi Con una vite Con un accendino Con una scarpa Con un cucchiaio o un cucchiaio di legno Con una pompa per bicicletta Sette trucchi per aprire una bottiglia di vino senza cavatappi 1. Con una chiave Utilizzare una comune chiave seghettata inserendola all'interno del tappo. Fare attenzione a non inserirla perpendicolarmente ma inclinata. Una volta che la chiave è inserita all'interno del tappo per metà o 2/3 della sua lunghezza, ruotare la chiave. Il tappo ruoterà insieme alla chiave verso l'alto e sarà quindi facile estrarlo, come con un classico cavatappi. 2. Con dei chiodi Questa tecnica prevede l'utilizzo di tre o quattro chiodi. Bisogna inserire i chiodi nel tappo con un martello (attenzione a non rompere la bottiglia!) formando un triangolo o un rettangolo. Quindi bisogna tirare i chiodi insieme al tappo con l'aiuto di un martello da carpentiere o di una pinza. Se non si dispone di un martello da carpentiere o di una pinza, il tappo può essere rimosso anche a mano con l'aiuto di due chiodi ma è necessario indossare un guanto da lavoro per evitare di ferirsi. Per fare ciò, bisogna inserire i due chiodi diagonalmente, uno a sinistra ed uno a destra, e premere fino a quando raggiungono l'altro capo del tappo. Quindi afferrare i chiodi e ruotare in un senso. Il tappo si "sviterà" insieme ai chiodi. 3. Con una vite Per utilizzare questo metodo occorre una vite filettata, un cacciavite e una pinza o una forchetta. Posizionare la vite verticalmente al centro del tappo e avvitarla con il cacciavite per il 90% della sua lunghezza. Quindi afferrare l'estremità della vite con una pinza e tirare verso l'altro oppure, inserire la vite tra i rebbi di una forchetta e fare leva per tirare verso l'altro il tappo... proprio come un cavatappi! 4. Con un accendino Per evitare di bruciarsi le dita, per questo metodo è meglio utilizzare un accendino da cucina. Scaldare il collo della bottiglia con la fiamma dell'accendino, per circa un minuto. In questo modo l'aria che si trova all'interno della bottiglia si scalda ed espandendosi spinge il tappo verso l'esterno. Ma attenzione! Funziona meglio se la bottiglia ha un tappo di sughero naturale o pressato. Un tappo in materiale sintetico può deformarsi con grandi sbalzi di temperatura, come nel caso dell'accendino, e può quindi essere più difficile da rimuovere dal collo della bottiglia. E già che stiamo parlando caldo, volendo potresti persino utilizzare una piastra per capelli! Accendi la piastra e aspetti che raggiunga una temperatura di 180 °C, quindi posiziona le piastre sul collo della bottiglia e girala ogni tanto. Ci vorrà qualche minuto, ma dopo un po' l'aria che si trova nella bottiglia si scalderà abbastanza da espandersi e spingere il tappo verso l'alto, come per magia. 5. Con una scarpa Questo è un metodo, diciamo, un po' brutale! Avvolgere la bottiglia in un canovaccio e infilarla in una scarpa in modo che il fondo della bottiglia si trovi all'altezza del tacco della scarpa. Tenendo il collo della bottiglia con una mano e la scarpa con l'altra mano, colpire il muro con il tacco della scarpa in modo leggero ma deciso. Ad ogni colpo il tappo della bottiglia uscirà sempre di più dal collo di quest'ultima. Proseguire a dare colpi fino a quando il tappo non sarà fuoriuscito a sufficienza per essere afferrato con le dita. Se si ha timore di danneggiare il muro, è possibile utilizzare solo la scarpa: basta sedersi su una sedia e bloccare la bottiglia capovolta tra le gambe. Dare dei colpetti al fondo della bottiglia con il tacco della scarpa, in modo leggero ma deciso. Ad ogni colpo il tappo uscirà un po' di più dal collo della bottigliata. Anche qui, proseguire finché il tappo non è abbastanza lungo per estrarlo con le dita. 6. Con un cucchiaio o un cucchiaio di legno Gli amici buongustai non ameranno quanto stanno per leggere... e in effetti hanno ragione, perché utilizzare questo metodo può cambiare significativamente il gusto del vino. Ad ogni modo, ecco come funziona: prendere un normale cucchiaio o un cucchiaio di legno e premerlo con forza al centro del tappo, ovviamente dalla parte del manico. Il tappo verrà spinto all'interno della bottiglia, galleggiano sul vino, e il vino si potrà comunque servire facilmente. 7. Con una pompa da bicicletta Questo trucco è semplicemente geniale! Ciò che occorre è una pompa da bicicletta che sia dotata di un ago per gonfiare. Inserire l'ago della pompa nel tappo fino a trapassarlo e pompare l'aria. A causa della pressione crescente all'interno della bottiglia, il tappo salterà improvvisamente... come in una bottiglia di spumante! Vai sul sicuro con il cavatappi 9wines Se per te non è essenziale che un vino abbia il tappo di sughero, puoi optare per vini con altri tipi di chiusura. Ce ne sono di ottimi che hanno una semplice chiusura a vite, oppure hanno un tappo in vetro. Se invece stai cercando un cavatappi, possiamo proporti il nostro set 9wines Starter Box - Vini Bianchi, in cui potrai trovare un praticissimo cavatappi 9wines e anche due bicchieri in omaggio. ;-) Segui 9wines sui social: <![CDATA[Vini autunnali: scopri le migliori selezioni per le tue serate d'autunno]]> 2023-09-13T00:00:00+02:00 2023-09-13T00:00:00+02:00 https://www.9wines.it/info/stories/vini-autunnali-scopri-le-migliori-selezioni-per-le-tue-serate 9wines italia@9wines.com https://www.9wines.it/ Con l'arrivo dell'autunno, le giornate si accorciano e il clima diventa più fresco, creando l'atmosfera perfetta per le serate accoglienti a base di plaid, divano e un calice di buon vino. Ho pensato ad alcuni vini autunnali che si prestano molto per questa stagione. 1. Barolo - Il Re dei Vini Il Barolo è spesso chiamato "Il Re dei Vini" ed è la scelta ideale per le serate autunnali. Questo vino rosso robusto e corposo, proveniente dalla regione del Piemonte in Italia, presenta aromi di frutta rossa matura, spezie e un tocco di rose. Accompagnatelo con un piatto di brasato di manzo o con un formaggio stagionato per la gioia delle tue papille. 2. Chardonnay - Eleganza in Bottiglia Se preferite il vino bianco, un buon Chardonnay può essere l'ideale per l'autunno. Questo vino offre note di mele e pere, con una piacevole nota burrosa. Accompagnatelo con un risotto alla zucca o con un piatto di pollo al tartufo per un'accoppiata davvero deliziosa. 3. Zinfandel - Il Calore del Autunno Il Zinfandel, con i suoi sapori ricchi di frutti di bosco e spezie, è come un abbraccio caldo in una fredda serata autunnale. Combinatelo con un piatto di chili con carne o con delle costine alla griglia per un connubio perfetto. 4. Syrah - La Forza del Autunno La Syrah, con i suoi intensi aromi di frutta nera, pepe nero e note affumicate, è il vino ideale per chi cerca un gusto audace. Questo vino rosso è il compagno perfetto per un filetto di maiale alla griglia o un piatto di cacciagione. 5. Riesling - Per terminare con dolcezza Per chi ama i vini dolci, il Riesling offre note di miele, pesca e agrumi. Accompagnatelo con una torta di mele calda o con dei formaggi per un abbinamento sublime. Buon autunno e buona degustazione! <![CDATA[Château de Berne - Un vino rosé da manuale!]]> 2022-05-10T00:00:00+02:00 2022-05-10T00:00:00+02:00 https://www.9wines.it/info/stories/chateau-de-berne-un-vino-rose-da-manuale 9wines italia@9wines.com https://www.9wines.it/ Il rosé fa semplicemente parte della Provenza, un po' come come il vin brulé d'inverno... sono semplicemente inseparabile! La storia dell'odierno Château de Bernes e quella di questa regione di tendenza nel sud della Francia sono altrettanto inseparabili. Ma vediamo prima di tutto alcune informazioni principali… Le origini del castello risalgono all'impero romano Le vigne da cui si ottengono i rosé biologici cono coltivate su 175 ettari di superficie La proprietà include un Hotel a cinque stelle e un ristorante quotato da Michelin Il fiore all'occhiello della proprietà cono vini estivi freschi e fruttati della Côtes des Provence Dai romani ad oggi Le radici di Château de Bernes risalgono all'Impero Romano, quando l'azienda vinicola si trovava sulla Via Aurelia, una strada romana che collegava l'Italia alla Penisola Iberica. La tenuta è stata il fulcro del commercio del vino lungo questa strada, poiché in loco sono state ritrovate numerose anfore. Nel corso del tempo, il castello è passato di mano più volte. Nel XII secolo, questo fu lasciato in eredità da Raimondo V, allora conte di Tolosa, a Bernard de Clervaux, fondatore dell'ordine cistercense, ma fu confiscato nel 1307 dal re francese Filippo il Bello. Da allora la produzione rimase ferma per quasi 500 anni fino a quando la tenuta non fu acquistata, modernizzata e ampliata da un ex capitano nel 19° secolo. Infine, lo Château de Berne finì nelle mani dell'attuale proprietario, un uomo d'affari britannico che ha acquisito la cantina nel 2007 e l'ha modernizzata. Viticoltura nel Château de Berne Proprio quest'ultimo proprietario ha utilizzato per la prima volta le bottiglie squadrate per il imbottigliare suo vino, stabilendo così un nuovo standard sul mercato. Le bottiglie non sono state modellate in questo modo per caso, ma si basano sul disegno della torre del castello e hanno, infatti, lo scopo di rappresentarla. Oltre al vino bianco e rosso, le bottiglie contengono principalmente vino rosato, che tra l'altro è uno dei migliori al mondo! Sotto la supervisione dell'esperto enologo Alexis Cornu, questi vini rosé freschi e naturali vengono prodotti dalle uve coltivate su circa 175 ettari di vigneti. Diviso in due diversi terroir, quasi l'80% dei vigneti sono coltivati su un altopiano calcareo a 300 metri sul livello del mare, il che significa che crescono più lentamente e possono sviluppare più mineralità. Il restante 20% delle viti cresce sul terreno leggermente sabbioso intorno al castello che si può osservare dalla piscina. Le varietà di uve Grenache, Syrah e Cinsault, che come tutte le altre uve sono anche certificate biologiche, crescono principalmente qui e portano nel bicchiere il gusto naturale del frutto. Enoturismo nel cuore della Provenza Situato nel cuore della Provenza francese, a poco meno di 1 ora e mezza da Saint Tropez tra i comuni di Lorgues e Flayosc, il Château de Berne con il suo hotel a cinque stelle offre enoturismo ai massimi livelli. Qui è possibile rilassarsi tra gli idilliaci vigneti a bordo piscina, fare escursioni attraverso i magnifici boschi o piuttosto scambiare sue palleggi sul campo da tennis della tenuta. Oltre alle varie attività, il clou è l'offerta culinaria del ristorante, che è stato premiato con un cappello Michelin! Qui il team dello chef Louis Rameau attribuisce grande importanza alle materie prime e incanta i propri ospiti con ricette creative come la spuma di formaggio, le olive coltivate in proprio o l'agnello in umido. Per chiudere la giornata in bellezza non può mancare una visita alla cantina e un delizioso drink al bar. Côtes des Provence anche a casa tua Se non hai voglia di aspettare le prossime ferie, puoi portare questa spensierata sensazione vacanziera direttamente a casa tua con una bottiglia di Rosé Inspiration Côtes de Provence AOP 2021 di Château de Berne. Un vino rosé dal colore rosa salmone chiaro, che non chiede altro che essere bevuto. Al naso incanta con il suo bouquet fruttato e fresco, con sfumature di agrumi e drupacee oltre a frutta esotica. L'impressione continua al palato, dove colpisce per la sua finezza e regala grande piacere fino all'ultimo sorso. Un vino che offre davvero molto, molto più rispetto a quelli di altre cantine nella regione della Côtes des Provence. Tutto ciò fa sì che Château de Berne sia letteralmente dei nostri preferiti in assoluto per l'estate. <![CDATA[Ultimate Provence, un rosé di alta gamma]]> 2022-04-05T00:00:00+02:00 2022-04-05T00:00:00+02:00 https://www.9wines.it/info/stories/ultimate-provence-un-rose-di-alta-gamma 9wines italia@9wines.com https://www.9wines.it/ Il vino rosato non è un vino da donne! Negli ultimi anni il rosé è diventato molto popolare, soprattutto in estate, tra gli amanti del vino di entrambi i sessi. Sicuramente un grande contributo a questa rivalutazione lo ha dato un brand francese molto di tendenza, ovvero Ultimate Provence. Ecco in breve cosa troverai in questo blog: Dove si trova Ultimate Provence? Il clamore suscitato da UP Ecco il sapore del Côtes de Provence Rosé Qual è il modo migliore per bere il rosato? Anche l'occhio vuole la sua parte! Cosa dice il team di 9wines Dove si trova Ultimate Provence? Situato tra Nizza e Marsiglia, a soli 40 minuti nell'entroterra da Saint Tropez, presso Ultimate Provence non ci sono solo i vigneti e la cantina, ma anche un vero e proprio paradiso per gli ospiti. Una bellissima struttura, in cui puoi soggiornare in camere eleganti, gustare una cucina moderna e ovviamente bere uno dei migliori vini rosati del mondo, praticamente appena uscito dalla botte, a bordo piscina e con vista sui vigneti. Cosa si può desiderare di più? Inoltre, la struttura offre anche la possibilità di organizzare seminari ed eventi privati, come matrimoni e feste. Se preferisci qualcosa di più attivo, è possibile fare escursioni culturali o avventurosi tour in mountain bike attraverso le montagne del Mauren, ai piedi delle quali si trova la proprietà Ultimate Provence. Il clamore suscitato da UP Ma come mai tutto questo entusiasmo per il marchio Ultimate Provence? Parte del Provence Rosé Group, il marchio è un nuovo progetto dei viticoltori della regione vinicola Côtes de Provence e da alcuni anni ha portato una ventata di aria fresca nel mondo dei rosati. UP, come si usa abbreviare il marchio, coltiva le sue uve su circa 46 ettari di vigneto, in particolare per la produzione di vino rosato, e le pigia direttamente. Ciò significa che qui si ottiene un vino davvero di alta qualità e senza estrarre nulla da altri vini rossi. Ultimate Provence combina il meglio in diversi campi: design, cucina e, naturalmente, vino. Chi trascorre le vacanze presso l'UP Boutique Hotel vive un'esperienza enoturistica ai massimi livelli. Nei pressi del villaggio di La Garde-Freinet è stata realizzata una proprietà senza tempo, progettata dai designer monegaschi Humbert & Poyet. Insieme alla cucina gourmet, gestita da Romain Franceschi, e ai vini delicati dell'esperto enologo Alexis Cornu, puoi vivere davvero un'esperienza unica nelle Côtes de Provence francesi! Ecco il sapore del Côtes de Provence Rosé Ovviamente Ultimate Provence produce anche degli ottimi vini rossi e bianchi, ma siamo onesti: se hai la possibilità di bere un vino rosato di così alta qualità dal cuore della Provenza, allora non puoi perdertelo! Il vino rosato è un blend di Grenache Noir, Cinsault e Syrah, oltre a una quota minore di Rolle e Vermentino. Un bouquet colorato di limoni maturi, lamponi e fragole che stuzzica il naso. Al palato si presentano note leggermente floreali e speziate, che si integrano armoniosamente con il profumo fruttato. Nel complesso, un rosé molto equilibrato, in cui frutta e freschezza vanno di pari passo. Con il suo finale rotondo e di medio corpo, è un vino che invita assolutamente al sorso. Qual è il modo migliore per bere il rosato? Se cerchi un abbinamento gastronomico, il rosé con il suo spettro di sapori diversi è ideale per accompagnare il salmone o i frutti di mare. Tuttavia, se invece ti stai godendo il tuo terrazzo o il giardino in una calda giornata estiva, mettilo in fresco in un secchiello pieno di cubetti di ghiaccio. Volendo puoi mettere anche qualche cubetto di ghiaccio nel bicchiere insieme al rosé e... alla salute! Tu e i tuoi amici verrete immediatamente trasportati nella Provenza francese. Anche l'occhio vuole la sua parte! Il vino, si sa, non si gusta solamente con il palato, ma è una delizia anche per gli occhi. La bottiglia in vetro è estremamente elegante e ha un tocco vintage che la rende un vero capolavoro. Il vino contenuto, con il suo delicato colore rosa chiaro completa il quadro. La bottiglia è così bella che sarebbe un peccato buttarla via una volta vuotata. Il nostro suggerimento è quello di riutilizzarla o come centrotavola con un fiore dentro, oppure per servire l'acqua. Se preferisci utilizzarla come vaso per più fiori, la cosa migliore allora è prendere il formato magnum! ;) Cosa dice il team di 9wines Il rosato di Ultimate Provence è uno dei nostri bestseller in assoluto e sicuramente per una buona ragione. Wine Enthusiast ha assegnato a questo vino 90 punti, la rivista Falstaff addirittura 91, e dobbiamo ammettere che è anche uno dei nostri vini preferiti, soprattutto per l'estate, per tutto il team di 9wines. Una bottiglia, sia nel formato classico da 0,75 L che nella versione magnum, è sicuramente un regalo ideale per un incontro intimo o per gli amici, con cui difficilmente si sbaglia! Segui 9wines sui social: <![CDATA[La regione vinicola di Stellenbosch]]> 2022-04-05T00:00:00+02:00 2022-04-05T00:00:00+02:00 https://www.9wines.it/info/stories/la-regione-vinicola-di-stellenbosch 9wines italia@9wines.com https://www.9wines.it/ La regione vinicola di Stellenbosch Animali selvaggi da osservare durante un safari, i pinguini di Boulders Beach, le nuvolose che coprono la sommità del Table Mountain o la punta più meridionale del continente, il Capo di Buona Speranza. Qual è la prima cosa che ti viene in mente pensando al Sudafrica? In quanto amanti del vino, la nostra risposta a questa domanda è semplicemente una: Stellenbosch! La colonizzazione del Sudafrica nel 1652 I francesi importano il vino Studiare la viticoltura a Stellenbosch La più grande e importante regione vinicola dell'Africa Vino sudafricano nel nostro shop La colonizzazione del Sudafrica Stellenbosch non è solo la regione vinicola più grande e importante del Sudafrica, ma dell'intero continente africano. Partiamo dalle informazioni principali. L'anno è il 1652, quando l'olandese Jan van Riebeeck costruì una stazione di rifornimento all'estremità meridionale dell'Africa e il paese iniziò ad essere colonizzato. Nello stesso anno fu fondata anche Città del Capo, che prende il nome dal Capo di Buona Speranza. Poco dopo, a circa 50 km a est, il governatore di Città del Capo, Simon van der Stel, pose la prima pietra di quello che allora era l'insediamento di Stellenbosch, nel 1679. Il nome è lo stesso del sito, che è quindi il secondo più antico del Sudafrica dopo Città del Capo. I francesi importano il vino Allo stesso tempo, mentre i protestanti francesi, noti anche come ugonotti, venivano perseguitati nella lontana Francia, la maggior parte di loro fu cacciata dal paese. Molti emigrarono in altri paesi europei, alcuni, attraverso l'Olanda, fino al Sud Africa. Nel 1688 gli ugonotti in fuga arrivarono a Stellenbosch e portarono così la viticoltura in Africa . Stellenbosch oggi Da quando i francesi hanno introdotto la viticoltura nel paese, la superficie coltivata è cresciuta fino a quasi 17.000 ettari, ovvero circa il 17% della superficie totale vitata del paese. Così, Stellenbosch si è sviluppata da un piccolo villaggio di coloni diventando la più grande regione vinicola dell'Africa. Oggi in città c'è anche un'università dove si può studiare viticoltura ed enologia, così come l'istituto enologico, che gestisce laboratori e coltiva anche vigneti sperimentali. Fatti sulla viticoltura locale Dall'altra parte del mondo, ovviamente, le condizioni sono diverse, quindi il terreno dei vigneti si colora di un rosso intenso. Come mai? Ciò è dovuto ai pavimenti in granito frantumato che qui sono tipici. Ci sono anche terreni ardesiati e sabbiosi su cui crescono le viti. Le basse precipitazioni si concentrano principalmente in estate, ed è proprio in questo periodo che l'acqua viene immagazzinata nel terreno. Le radici delle viti, che penetrano in profondità nel terreno, riescono così a sopravvivere anche nelle stagioni secche e calde. I migliori vini rossi e bianchi crescono tra i 150 e i 400 metri sul livello del mare. Tra i più famosi vitigni sudafricani ci sono Cabernet Sauvignon, Shiraz e Merlot tra i rossi, per i bianchi Chardonnay e Sauvignon Blanc . Vini sudafricani nel nostro shop Se ti interessa provare un buon vino proveniente dal Sudafrica, sei approdato allo shop online giusto! Su 9wines ci sono i migliori vini rossi e bianchi della regione vinicola di Stellenbosch. È possibile trovare ottimi vini a un prezzo contenuto dalla cantina Aaldering Wines, che è una delle poche aziende vinicole ad essere valutata con 95 punti nel South Africa Wine Index. Puoi trovare anche oi prodotti nati da una cooperazione Austria-Sudafrica presso la cantina Constantia HILL, come suggerisce il nome, un progetto fortemente voluto dal famoso enologo Leo Hillinger. <![CDATA[Versare il vino correttamente]]> 2021-12-01T00:00:00+01:00 2021-12-01T00:00:00+01:00 https://www.9wines.it/info/stories/versare-il-vino-correttamente 9wines italia@9wines.com https://www.9wines.it/ Nell'intrattenere gli ospiti è importante anche saper offrire loro il vino nel modo corretto. Ecco alcuni piccoli ma utili dettagli da tenere in considerazione per fare sempre bella figura. Ecco in breve a cosa devi prestare attenzione Apri la bottiglia davanti ai tuoi ospiti Non toccare il bicchiere con la bottiglia Tieni sempre la bottiglia dal corpo Per i vini bianchi e rosé riempi il bicchiere non più della metà Per i vini rossi riempi il bicchiere al massimo per un terzo Dove aprire la bottiglia In generale, dovresti sempre aprire la bottiglia di vino davanti ai tuoi ospiti e non di nascosto in cucina. Sembra una sciocchezza, ma è importante per far apprezzare al meglio il vino. In passato era proprio così che ci si assicurava che l'oste non servisse un vino scadente. A proposito, il modo migliore per aprire la tua bottiglia di vino è con il nostro cavatappi 9wines! Grazie alla doppia leva aprire ogni bottiglia sarà un gioco da ragazzi. Non prendere la bottiglia per il collo! Il vino va versato lentamente e con attenzione. Il modo migliore per farlo è tenere la bottiglia a metà del corpo per avere un miglior controllo sul flusso del vino. Tenere la bottiglia per il collo potrebbe sembrare una soluzione interessante, ma può anche diventare imbarazzante se inavvertitamente qualche goccia manca il bicchiere. Meglio quindi avere una presa salda sulla bottiglia, inclinarla leggermente sul bicchiere facendo attenzione che l'etichetta sia sempre rivolta verso l'alto: i tuoi ospiti vogliono sapere cosa stanno per bere. No-go e suggerimenti Non importa se sei di fretta o quanti bicchieri devi riempire, esistono dei "no-go" generali che vanno sempre osservati, dai migliori ristoranti ai piccoli gruppi privati. Tra questi c'è sicuramente quello che la bottiglia non deve in nessun caso toccare il bordo del bicchiere durante la fase di servizio. Prima di tutto perché non è bello da vedere e poi perché può causare spiacevoli "tintinnamenti" e graffi. Nel peggiore dei casi potrebbe addirittura capitare che il bicchiere si scheggi o si rompa. Per facilitare il servizio esistono pratici aiuti, come ad esempio il cosiddetto "drop stop", una piastrina flessibile che viene arrotolata a formare un beccuccio da inserire nel collo della bottiglia. Ciò consente al vino di fluire dolcemente nel bicchiere senza oscillazioni incontrollate. Se non hai voglia di avere troppi tipi di bicchieri puoi optare per il bicchiere da vino UNO di Sophienwald, ideale per vini rossi, bianchi e frizzanti. La quantità conta! Può sembrare un segno di tirchieria se non servi al tuo ospite un bicchiere pieno, ma coloro che apprezzano veramente il vino lo sanno che in realtà in questo caso vale il detto "less is more". Il vino, infatti, ha bisogno di aria per sviluppare appieno il suo bouquet. Per questo i vini bianchi e rosati vengono versati fino alla metà del bicchiere, i rossi per non più di un terzo. Il bicchiere si può riempire di più solo nel caso degli spumanti, perché in questo modo si possono veder salire le tipiche bollicine. Per questo i flûte si possono riempire fino a due terzi. In allegato troverai un video (in lingua tedesca) per ricordarti anche visivamente le indicazioni più importanti. Segui 9wines sui social: <![CDATA[Cosa c'è da sapere sui solfiti nel vino]]> 2021-06-07T00:00:00+02:00 2021-06-07T00:00:00+02:00 https://www.9wines.it/info/stories/cosa-ce-da-sapere-sui-solfiti-nel-vino 9wines italia@9wines.com https://www.9wines.it/ I solfiti sono sali dell'acido solforoso che vengono utilizzati come conservanti nell'industria alimentare per le loro proprietà antimicrobiche e antiossidanti. In generale, sono anche conosciuti come zolfo o anidride solforosa. I solfiti vengono aggiunti alla frutta secca, ai prodotti a base di patate e al vino per farli durare più a lungo. I solfiti nel vino Se un vino contiene solfiti aggiunti si può riconoscere dalla scritta "Contiene solfiti" o "Contiene anidride solforosa" riportata sull'etichetta. Dal 2005 vige l'obbligo in tutta l'UE di indicare nell'etichettare la presenza di solfiti nel vino (a partire da una concentrazione di 10 mg/l), poiché sono considerati sostanze allergeniche . Perché sono necessari i solfiti? Durante il processo di invecchiamento i vini sviluppano aromi tipici. Soprattutto i grandi vini come il Brunello o il Barolo hanno un enorme potenziale di invecchiamento. Tuttavia, se al vino non vengono aggiunti solfiti, esso può ossidarsi più rapidamente, portando ad alterazioni del gusto e a potenziali difetti del vino. Di conseguenza, i solfiti impediscono sia l'ossidazione che la fermentazione secondaria nei vini e assicurano che il vino possa sviluppare gli aromi desiderati. Fasi di solforazione La solforazione può verificarsi in diverse fasi della vinificazione. I grandi produttori di vino in particolare già solforano le uve appena raccolte per impedire la fermentazione. Se le uve vengono raccolte a mano e sono in buone condizioni, questa prima solforazione non è quasi necessaria. I solfiti sono molto utili per terminare il processo di fermentazione in botti di legno o serbatoi di acciaio. I lieviti funzionano fino a quando lo zucchero non è stato trasformato e convertito in alcol. Tuttavia, se il vino contiene una certa quantità di dolcezza residua, i solfiti vengono utilizzati per fermare la fermentazione in modo controllato. Un'ulteriore solforazione avviene prima dell'imbottigliamento per consentire uno stoccaggio senza problemi. Al vino vengono aggiunti tra 90 e 400 mg/l di anidride solforosa, ad esempio sotto forma di gas, soluzione acquosa o polvere, a seconda del tipo di vino e del tenore zuccherino residuo. Il vino rosso contiene naturalmente più solfiti che lo proteggono dall'ossidazione. Il vino bianco e il vino rosato invece generalmente contengono più solfiti. Più zucchero residuo ha il vino, più solfiti sono necessari, questo perché maggiore è il contenuto zuccherino, maggiore è il rischio di rifermentazione. Di conseguenza, i vini passiti contengono solitamente le quantità più elevate di solfiti. Esistono vini senza solfiti? Praticamente no ;-) Prima di tutto perché l'uva contiene naturalmente una piccola percentuale di solfiti, e poi perché i lieviti utilizzati per la fermentazione sviluppano anche composti solforati. Ne consegue che ogni vino contiene quantità molto piccole di solfito naturale (10 - 30 mg/l). Non esistono quindi vini completamente privi di solfiti, anche se non sono stati aggiunti artificialmente. Tuttavia, la concentrazione di solfito naturale è generalmente inferiore a 10 mg/l e pertanto non è soggetta ad etichettatura. Quindi c'è vino non solforato in cui non sono stati aggiunti solfiti, ma il vino non è esente da zolfo. L'aggiunta sull'etichetta "Contiene solfiti" indica o solfiti aggiunti artificialmente o solfiti naturalmente contenuti che hanno superato il valore limite. I vini senza solfiti sono migliori? Il vino di produzione convenzionale contiene solfiti fino al massimo previsto per legge (400 mg/l). La produzione di vini biologici si basa su valori inferiori ai valori massimi di legge. Anche i vini biodinamici scendono al di sotto di questi valori e utilizzano ancora meno zolfo nella produzione del vino. Ma ci sono anche vini biologici e vini biodinamici che vengono commercializzati senza solfiti aggiunti. I produttori di vino che producono vini naturali/vini nudi/vini naturali si sforzano di evitare l'aggiunta di solfiti. Tuttavia, il fatto che un vino contenga solfiti o meno non è rilevante in termini di qualità. Possiamo però dire che un vantaggio del vino non solforato è che dura molto più a lungo una volta aperta la bottiglia. Segui 9wines sui social: <![CDATA[Tappi di sughero, a vite o di vetro. Cosa c'è da sapere.]]> 2021-06-01T00:00:00+02:00 2021-06-01T00:00:00+02:00 https://www.9wines.it/info/stories/tappi-di-sughero-a-vite-o-di-vetro-cosa-ce-da-sapere 9wines italia@9wines.com https://www.9wines.it/ Molti amanti del vino hanno opinioni diverse sui vari modi di sigillare il vino. I vini con il tappo di sughero presentano spesso un difetto di gusto, i tappi a vite in alluminio sono solo per vini economici e il tappo di vetro è comunque un capitolo a parte. Diamo un'occhiata più da vicino ai vari tipi di chiusure per le bottiglie di vino. Ecco in breve di cosa parleremo: Sughero: la madre di tutte le chiusure Sughero naturale per una conservazione ottimale Un'alternativa economica: sughero pressato Il sughero sintetico Elegante chiusura in vetro Tappo a vite, davvero una brutta immagine? La nostra conclusione In passato, il tappo di sughero era l'unico modo per sigillare le bottiglie di vino in modo appropriato. Siccome la domanda di questo tipo di tappi è cresciuta continuamente, si è reso necessario aumentare la produzione di conseguenza. Ciò ha fatto sì che la quercia da sughero, da cui si ottiene appunto il sughero per produrre i tappi, non veniva più lasciata crescere per 45 anni, ovvero il tempo necessario per svilupparsi al meglio, ma veniva abbattuta e lavorata molto prima. Questo ha portato a una diminuzione della qualità del sughero, che spesso veniva utilizzato quando non era ancora maturo e veniva intaccato da parassiti fungini che liberano tricloroanisolo (TCA), sviluppando il classico sapore "di tappo" e rendendo il vino di fatto imbevibile. Pertanto, i produttori hanno iniziato a cercare delle chiusure alternative. Sughero naturale per una conservazione ottimale Il sughero naturale è sicuramente il tipo di chiusura più pregiato e classico. Purtroppo però, come abbiamo già detto, il sughero naturale è suscettibile alla formazione di TCA, una sostanza che rovina il vino conferendogli un sapore di muffa. C'è da dire che oggigiorno la situazione è notevolmente migliorata, perché dal 1999 esistono macchine che analizzano gli errori del tappo e da allora il tasso di errore è stato ridotto al 10%. Oggi circa tre quarti delle bottiglie di vino prodotte vengono tappate con un classico tappo di sughero naturale. Questo è costituito dalla corteccia della quercia da sughero, che ha una struttura molto porosa che permette al vino di "respirare". Il vantaggio del sughero naturale è che può essere facilmente inserito nel collo della bottiglia, dove poi si espande nuovamente sigillando l'apertura ma non in modo del tutto ermetico. A ciò si aggiunge poi la sua eleganza, l'evocativo “pop” che fa quando viene stappata la bottiglia, oltre al fatto che è completamente riciclabile e biodegradabile. Lo svantaggio di questo tappo, tuttavia, è la già citata suscettibilità alla formazione di muffe che può rovinare il vino. Un'alternativa economica: sughero pressato Il sughero pressato è molto simile al sughero naturale. I granuli di sughero vengono pressati e tenuti insieme mediante colla o resina. Ciò consente di produrre tappi in modo più economico. Tuttavia, spesso c'è il rischio che il sughero si sgretoli, motivo per cui solitamente viene spesso incollato sul lato inferiore del tappo un disco di sughero naturale. Questo tipo di sughero viene chiamato sughero composito e riduce l'influenza negativa del legante sulla percezione sensoriale del vino. Tuttavia, anche in questo tipo di tappi esiste il rischio dello sviluppo del TCA. Il sughero sintetico Il sughero sintetico è costituito da plastica alimentare e viene solitamente prodotto utilizzando la tecnica dello stampaggio a iniezione. Ciò significa che il materiale viene riscaldato, quindi iniettato in uno stampo e lasciato raffreddare. Sebbene tali tappi siano visivamente simili al sughero naturale, è possibile che gli aromi estranei influiscano sul gusto del vino quando viene conservato per un lungo periodo di tempo. Ad ogni modo, qualsiasi tipo di tappo abbia la tua bottiglia, con il cavatappi 9wines puoi estrarre qualsiasi tipo di tappo dalla bottiglia facilmente e senza complicazioni. Elegante chiusura in vetro Una variante più elaborata è il tappo di vetro, che sigilla ermeticamente il vino e quindi impedisce al vino di ossidarsi. Ovviamente questo avviene grazie ad una guarnizione in gomma fissato al tappo. La variante in vetro è un'elegante alternativa al tradizionale tappo di sughero ed è anche inodore e insapore. Tuttavia, il potenziale di conservazione a lungo termine con la chiusura in vetro non è stato ancora completamente esplorato. L'unica cosa sicura è che questo metodo di sigillatura è piuttosto costoso e presenta un rischio di rottura. Ovviamente ciò si riflette anche nel prezzo finale della bottiglia. Tappo a vite, davvero una brutta immagine? Secondo noi, no! Se è vero che in passato solo i vini di qualità inferiore avevano un tappo a vite, non è più così. I tappi a vite hanno anche i loro vantaggi, perché il famoso sapore di tappo, che si verifica con il sughero, può essere escluso al 99%. Inoltre, la bottiglia è facile da aprire e richiudere senza aver bisogno di un cavatappi. Ovviamente dove ci sono dei vantaggi esistono anche degli svantaggi. Poiché questo tipo di chiusura è ermetica, il vino non viene ossigenato, il che non è l'ideale per una conservazione a lungo termine. La nostra conclusione Tutti i tipi di tappi e chiusure hanno i loro pro e contro, nessuno di loro è perfetto in assoluto. Certo, lo schiocco del tappo quando apri una bottiglia fa parte del rituale e viene a mancare quando il vino è dotato di un tappo a vite. Alla fine dei conti, però, la differenza sta nel contenuto: finché il vino ha un buon sapore, la chiusura non ha fatto nulla di sbagliato! Segui 9wines sui social: <![CDATA[A che temperatura deve essere conservato il vino?]]> 2021-05-08T00:00:00+02:00 2021-05-08T00:00:00+02:00 https://www.9wines.it/info/stories/a-che-temperatura-deve-essere-conservato-il-vino 9wines italia@9wines.com https://www.9wines.it/ Il vino dovrebbe essere conservato in una cantina fresca e umida, che dovrebbe essere inoltre inodore, scura e priva di vibrazioni. Una temperatura media di 10 - 12 °C è ideale per la conservazione del vino. Proteggere dalla luce e prestare attenzione all'umidità È molto importante proteggere il vino dalla luce e conservarlo il più possibile al buio. Questo è anche il motivo per cui il vino viene preferibilmente imbottigliato in bottiglie di vetro colorato, in quanto meno permeabile ai raggi UV. I luoghi ottimali per la conservazione sono, ad esempio, la cantina, la dispensa o uno speciale frigorifero per vini. Il livello minimo di umidità per conservare il vino è del 30%. Tuttavia, un livello d'umidità tra il 50 e l'80% è preferibile. Attenzione anche alla temperatura di servizio Anche l'importanza della giusta temperatura di servizio di un vino viene spesso sottovalutata. La conservazione del vino è importante quasi quanto quella di servizio, perché solo alla temperatura ottimale un vino può sviluppare tutto il suo aroma. Pertanto, il vino deve essere conservato in un ambiente fresco e umido fino al momento in cui viene servito. Queste condizioni di temperatura si trovano non solo nelle cantine tradizionali, ma anche in uno spazio molto più piccolo, come una cantinetta, ovvero un frigorifero apposito per i vini. La temperatura ottimale di conservazione dipende fortemente dal tipo e dalle caratteristiche del vino. Mentre i vini rossi forti dovrebbero essere conservati a una temperatura compresa tra 18 e 20 °C (i rossi meno forti anche a una temperatura compresa tra 13 e 18 °C), i vini bianchi giovani spesso raggiungono la loro temperatura ottimale di consumo tra i 7 e i 12 °C. <![CDATA[Come capire se un vino è secco, abboccato, amabile o dolce]]> 2021-05-06T00:00:00+02:00 2021-05-06T00:00:00+02:00 https://www.9wines.it/info/stories/come-capire-se-un-vino-e-secco-abboccato-amabile-o-dolce 9wines italia@9wines.com https://www.9wines.it/ In parole povere, un vino secco è l'opposto di un vino dolce. Puoi sentire la differenza proprio sulla punta della lingua. Tuttavia, se il vino è secco non significa che non contenga zucchero e automaticamente abbia un sapore "acido". Di norma il grado di dolcezza del vino (ad esempio "secco") viene indicato sulla retroetichetta della bottiglia o nella descrizione del vino. Questo già ci fornisce indicazioni sul contenuto di zucchero residuo nel vino. Una guida sulla dolcezza del vino Il cosiddetto tenore zuccherino residuo determina il grado di dolcezza di un vino e quindi se si tratta di un vino secco, abboccato, amabile o dolce. Con il termine "contenuto zuccherino residuo" o "dolcezza residua" si intende lo zucchero presente nell'uva (o nel mosto) che non è stato fermentato in alcol una volta che è stato deliberatamente interrotto il processo di fermentazione. La fermentazione alcolica viene interrotta, ad esempio, per raffreddamento, per filtrazione o per aggiunta di zolfo o alcol. Bisogna sottolineare che anche il vino più secco contiene una certa percentuale di zucchero, poiché non esistono (o quasi) ceppi di lieviti che possano fermentare completamente lo zucchero. In Austria, il contenuto zuccherino, che è la componente principale delle uve, è determinato utilizzando il peso del mosto in KMW (Klosterneuburger MostWeigher). La legge austriaca sul vino regola, tra l'altro, i limiti massimi del contenuto zuccherino residuo nel vino. zucchero residuo g/L secco (trocken) fino a 4 o fino a un massimo di 9 g/L* abboccato (halbtrocken) fino a 12 o fino a 18 g/L** amabile (lieblich) fino a 45 g/L dolce (süß) oltre 45 g/L *se l'acidità totale non è inferiore di almeno 2 g/L al tenore zuccherino residuo. Esempio: un vino con 8 g di zuccheri residui non deve avere un'acidità inferiore a 6 g. **se l'acidità totale non è inferiore di almeno 10 g/L al tenore zuccherino residuo. Ecco una panoramica dei vini generalmente secchi in Austria. A questo punto, però, va sottolineato che ognuno di questi vitigni può benissimo essere abboccato o dolce. Uno sguardo all'etichetta o alla descrizione del vino fornisce informazioni relative al gusto. Vitigni bianchi piuttosto secchi: Riesling Sylvaner/Silvaner Grüner Veltliner Grauburgunder (Pinot Grigio) Weißburgunder (Pinot Bianco) Chardonnay Sauvignon Blanc Vitigni rossi piuttosto secchi: Pinot Nero Merlot Cabernet Sauvignon Syrah Sangiovese Nebbiolo Gradazione alcolica L'alcol, che funge da esaltatore del sapore, può anche influire sulla dolcezza del vino, ma non necessariamente! La maggior parte dei vini secchi ha una gradazione alcolica compresa tra il 12 e il 14% vol. Più l'uva utilizzata per produrre il vino è dolce e matura, maggiore sarà la gradazione alcolica. Una gradazione alcolica di 14% vol indica solitamente vini provenienti da un clima caldo. I vini rossi secchi di solito hanno una gradazione alcolica maggiore rispetto ai vini bianchi. Influenza dell'acidità Oltre al residuo zuccherino, l'acidità influisce anche sulla sensazione di dolcezza. L'acidità e soprattutto i tannini danno una sensazione "allappante" in bocca. Questa impressione viene chiamata "astringente" in gergo tecnico. L'acido può essere percepito come aggressivo quando eccessivamente dominante e sbilanciato. Nel migliore dei casi, l'acidità è limpida e ben integrata nel vino e sostiene la varietà degli aromi senza spingersi troppo in primo piano. In ogni caso, (molta) acidità può dare l'impressione che il vino sia secco, anche se magari non è necessariamente così se si guarda il contenuto zuccherino residuo. Il consiglio di 9wines: i vini con una forte acidità sono solitamente ottimi abbinamenti per il cibo, in particolare per i piatti che contengono componenti acide come pomodori, frutta, succo di limone o aceto. Questi piatti stanno molto bene con vini acidi e secchi come un Riesling o un Sauvignon Blanc. Allena i tuoi sensi La memoria sensoriale può e deve essere allenata. Più spesso provi a percepire odori e sapori intensi, più riuscirai a ritrovarli nel vino e sarai in grado di giudicare più rapidamente se si tratta di un vino secco, abboccato, amabile o dolce. Su questo tema ti invitiamo a leggere il nostro blog: Allena le tue capacità sensoriali e migliora la tua conoscenza del vino I nostri pacchetti enologici, per esempio, che abbiamo composto selezionando diversi vini bianchi e rossi delle migliori cantine, sono perfetti per allenare le tue capacità sensoriali. Potresti anche organizzare delle simpatiche serate degustazione con gli amici e confrontarti con loro giocando a fare i sommelier! Dai un'occhiata ai nostri pacchetti enologici e scegli quello più adatto per sperimentare e allenare le tue capacità sensoriali! Segui 9wines sui social: